Dott. Luigi ROCCO

Neurologo


Psicoterapeuta

Psichiatra

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La macchina del capo ha un buco nella gomma

A volte, quasi per caso, ti imbatti in un vecchio libro che avevi dimenticato di avere.
I vecchi libri  disseminano in noi germogli di cambiamento di cui ti accorgi solo tempo dopo o, perfino, non esserne mai cosciente. 

Fortuna è stata quella di rileggere “Il potere” di James Hillman, psicologo junghiano e filosofo americano.
Il suo è un interessante discorso sul potere e sull'analisi delle diverse forme con cui esso si incarna nella società.
Un aspetto, tra i tanti, che mi è sembrato particolarmente importante è quando si interroga sul perché i conflitti per il potere sono così feroci nelle “professioni idealistiche”, come nel sacerdozio, nella medicina, nell'insegnamento, nella assistenza, etc., ma ciò non avvenga in politica.
La risposta è illuminante: in queste professioni il potere corrompe veramente.
Infatti dalla contrapposizione di “idea di amore” verso “idea di potere” le professioni che si ispirano alla prima sono quelle più vulnerabili.
E perché?
Perché “La corruzione comincia non nel potere, ma nel non riconoscerlo”  
Quante sono vere queste riflessioni!
Se ognuno di noi esamina la propria esperienza circa i Dirigenti in posizione primaria nelle professioni sanitarie troverà facilmente esempi di questo tipo. Chi vive in ambienti sanitari e scolastici è testimone di “lotte al coltello” per l'accaparramento di un incarico professionale, per il prestigio professionale, per la scrivania più grande, per la targa sullo studio più vistosa.   

Hillman individua varie tipologie di manifestazione di potere nei capi e nei dirigenti.
“Il potere accompagna l'ufficio”. E' il potere che ognuno esercita quando “gioca” un ruolo istituzionale. E' un potere svincolato dalla persona per sé stessa, ma è legato all'accettazione del ruolo. Tale potere cessa l'istante successivo il termine del mandato: pensionamento, sostituzione, alternanza delle mansioni, avvicendamento, dimissioni.

Altra cosa è quando nell'esercizio del potere entrano in gioco moventi personali come il prestigio, la sospettosità, la lealtà imposta, la visione difensiva, l'autoreferenzialità, in altre parole quando il capo è affetto da un Disturbo narcisistico di personalità.
E' questa certamente una enorme iattura per i sottoposti.
Il concetto di Narcisismo attraversa tutta la psicoanalisi a partire dalle prime concettualizzazioni di  Freud e fino a Kernberg e Kohut, ma qui ci basterà ricordare cosa si intende per Disturbo narcisistico di personalità.
Trattasi di persone che hanno un esagerato senso di sé, un senso di sé grandioso con alti livelli di autostima, e si nutrono di relazioni che vanno a confermare tale livello di autostima, ma la caratteristica precipua dal punto di vista relazionale è la difficoltà a provare empatia.

L'empatia è la capacità che hanno le persone di immedesimarsi nell'altro e di provare le sue stesse emozioni: questa capacità può avvenire solo in persone che avendo un Io stabile hanno l'attitudine  a “perdersi” nella relazione con l'altro.
Nel gruppo, soprattutto se gioca un ruolo dirigenziale, il capo tende a primeggiare (“Vedi come sono bravo!”) e non potrebbe fare altrimenti,  non accetta il confronto e la critica, considerando nemici tutti quelli che in qualche modo lo contraddicono. Il narcisista non tollera il gruppo: esso ha valore solo se conferma il suo bisogno di grandiosità. Nel gruppo non ha nessun interesse a favorire la comunicazione e a condividere le esperienze poiché quanto più il gruppo prende forma tanto più difficile è la propria missione; sono questi i casi in cui il narcisista si smarrisce in una posizione paranoica  (“Se non sei con me, sei contro di me”)
Pertanto, il narcisista si circonda di individui depressi con forti bisogni di dipendenza. Questi vivono finalmente il loro momento di gloria e di esaltazione fino a quando non vengono scaricati, ritornando nella posizione depressiva originaria.
Altri “reggono lo specchio” al capo narcisista per convenienza, interesse e pusillanimità.
Gli uni e gli altri, fanno il tentativo disperato di nascondere al capo che ha un foro nella gomma dell'auto; tentativo vano poiché lo fanno riparandolo con il chewing gum.
La cosa certa è che quando un capo del genere passa miete solo distruzione e impedisce per anni la maturazione del gruppo.